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Un brutto fastidio: il singhiozzo

A chi non è mai capitato di avere quel fastidioso disturbo, a volte anche imbarazzante in certe situazioni, che è il singhiozzo? Praticamente a tutti.

E se capita in momenti assolutamente inopportuni, diventa non solo un piccolo disturbo ma una fonte di forte imbarazzo; immaginiamo di essere in piena riunione, magari di dover parlare e all’improvviso arriva lui…; o se magari siamo dei rappresentanti e il singhiozzo ci coglie all’improvviso mentre stiamo parlando con un cliente, facilmente la vendita ci sfuggirà dalle mani.

Ma in realtà, cos’è il singhiozzo? La fredda descrizione medica è che si tratta di una spasmodica e involontaria contrazione del diaframma con la contemporanea chiusura della glottide.

Di per se, il singhiozzo non ha una valenza patologica. Quasi sempre questa manifestazione dipende da una condizione di disturbo dello stomaco, non a caso insorge spesso quando mangiamo troppo, sovraccaricando lo stomaco, ma anche quando ingeriamo una quantità eccessiva di alcool, che irrita la mucosa gastrica e provoca la contrazione dello stomaco.

Per dovere di precisione, bisogna segnalare che il singhiozzo può costituire un sintomo di una condizione patologica, in rari casi; qualora questo sia, il disturbo assume sempre una caratteristica continuativa, per ore o giorni, resistente a qualsivoglia tentativo di placarlo.

Una delle cause più frequenti di singhiozzo continuativo e resistente è un’irritazione della mucosa gastrica, seguente quasi sempre all’assunzione di farmaci anche solo moderatamente gastro lesivi.

Il medico, cui bisogna assolutamente rivolgersi non ogni volta che ci viene il singhiozzo, ma quando questo persiste per più di un giorno, sicuramente ci prescriverà un farmaco gastroprotettore a dosi elevate e rapidamente il disturbo scomparirà; se così non fosse, allora il medico dovrà approfondire l’indagine orientandosi verso diagnosi alternative.

Se il singhiozzo, però, non si presenta con un simile importante significato ma solo come occasionale, per quanto, fastidioso disturbo, esistono numerosi consigli popolari, più o meno fantasiosi e di facile attuazione, che però spesso funzionano, o magari il disturbo scompare perché sarebbe scomparso comunque a prescindere da ciò che abbiamo fatto, non lo sapremo mai.

Molti consigliano di bere dell’acqua da un bicchiere “al rovescio”. Io ho tentato personalmente questo sistema, il risultato che ho ottenuto è stato di rovesciarmi l’acqua addosso, e il singhiozzo è rimasto.

Altri consigliano di trattenere il respiro e forse questo ha un’efficacia maggiore. Un altro sistema di cui ho sentito, è pronunciare una lunga frase ripetendola più volte, senza prendere fiato.

Ricordo che questo metodo era stato preso a fini di spettacolo anni addietro in una trasmissione di Candid Camera, facendo dire a ignare persone una lunga frase per far passare il singhiozzo all’attore che realizzava la situazione.

Un metodo sperimentato e frequentemente funzionante, consiste nell’eseguire ripetute respirazioni dentro a un sacchetto di plastica, ad esempio una borsa della spesa, ben chiusa intorno a bocca e naso; in effetti, questa soluzione può avere una sua reale spiegazione scientifica: respirando nel sacchetto, dopo alcuni respiri, introduciamo una maggiore quantità di anidride carbonica e questo può avere un’azione miorilassante, cioè contrastare la contrazione involontaria del diaframma che è il motivo di base del singhiozzo.

Se avete il singhiozzo, dunque, provate i vari metodi e… auguri.

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