Chi utilizza o acquisterà a breve una Smart TV dovrebbe conoscere il funzionamento di questi dispositivi al fine di tutelare la propria privacy.
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Trattamento dei dati da parte delle industrie
Ogni qual volta delle macchine interagiscono tra loro e con sistemi che contemplano la logistica ma anche la contabilità vanno veicolando una serie di dati riservati che riguardano:
- tecnologie,
- organizzazione,
- strategie messe in piedi dalle aziende.
Se tali informazioni percorrono strade nelle quali incappano nei grandi del web allora il rischio di insider trading diventa una realtà il più delle volte possibile. Ma Da cosa dipende?
Semplicemente dal fatto che risulta molto complicato adoperare la potenza di calcolo del cloud senza passare per dei dati non criptati. In pratica gli unici che possono venir elaborati da sistemi centralizzati di Intelligenza Artificiale (AI) e relativi ad una corretta ottimizzazione.
Domotica e dati personali
Per comprendere al meglio questo ambito occorre fare riferimento a quello definito come: “Internet delle cose”.
Questo genere di tecnologie prevedono l’interconnessione tra vari apparati domestici, attualmente si dispiegano in questo modo ma nel futuro visto che la strada è stata aperta, riguarderanno anche mezzi di trasporto e ulteriori impieghi, quindi l’utilizzo intensivo della rete web è una realtà che tenderà ad espandersi.
Di fatto, in questo modo, avviene uno scambio costante di dati attraverso tecnologie proprietarie, questo rende certamente meno sicuro tale scambio. Infatti, i protocolli, potrebbero già da adesso essere diversi ma non è intenzione di alcun governo ne di alcuna azienda tutelare tali dati in maniera più profonda.
Detto ciò va notato che l’accesso a risorse condivise, esempi ne sono gli spazi di archiviazione sul cloud, oppure i programmi di AI e quelli per il riconoscimento vocale che diverranno sempre più implementati.
I problemi di privacy vengono messi in competizione con i servizi offerti, già avviene ciò, perché a fronte di una potenza e di un agilità di una IoT che si basa su delle risorse in comune, è proprio la privacy a venirne colpita.
Una tale condivisione delle risorse va ad imporre l’acquisizione e il trattamento dei dati personali, qualche volta anche di quelli sensibili. In tal senso posso portare alcuni esempi delle apparecchiature Smart e relative alla domotica che raccolgono dati.
Un frigorifero può “sapere” quale sia la religione di chi lo utilizza, l’alimentazione (come noto) è uno dei fondamenti delle religioni.
Sistemi di illuminazione e condizionamento dell’aria possono raccogliere informazioni sugli orari di chi li utilizza e sulle attività svolte.
Per quel che riguarda l’intrattenimento “Smart” questo estrae dati su moltissime cose, tipo:
- cultura che il fruitore ha,
- gusti sportivi,
- orientamento sessuale delle persone.
Privacy e Smart TV
Chi ha una Smart TV sa che basta solo accenderla affinché questo dispositivo chieda il consenso al trattamento dei dati personali e anche l’autorizzazione a trasferirli perfino fuori dalla UE, e al di fuori dell’Unione Europea, i nostri dati, sono sicuramente meno tutelati.
Se queste autorizzazioni non vengono concesse il produttore informa l’utente che non potrà attivare alcune funzionalità per le quali è stata acquistata la Smart TV, esempi ne sono il riconoscimento vocale e la semplificazione del menù.
Per ora le intrusioni nella vita privata sembrano inezie visto che non esiste alcuna forma documentata di vendita dei dati se non a scopi pubblicitari, almeno in occidente. Spesso l’utenza gradisce tali intrusioni per non dover svolgere attività che comodamente delegano alle macchine.
I televisori HBB
Fin qui vi abbiamo mostrato alcune forme di invasione della privacy da parte delle smart tv, ma quella certamente più rilevante e che ad oggi sta cambiando il mercato dei televisori. Questo permette un sistemico assorbimento dati degli utenti, è quella che ha portato nelle case le Hybrid broadcast broadband TV la cui sigla è appunto: HBB.
Nel passaggio al sistema HBB chi usufruisce di tale tecnologia non si limita semplicemente a guardare la televisione, ma effettuando l’accesso ad un servizio online, che permette il passaggio di un flusso costante di dati, da il “consenso” ad un tracciamento molto ampio.
Questa tecnologia, che da diversi anni viene impiegata appositamente per tracciare le aperture delle email da parte di chi le riceve, si fonda sull’invio di un’immagine che praticamente risulta quasi invisibile essendo composta da un singolo pixel. Una volta scaricata dal destinatario invia un segnale al mittente della trasmissione, tale invio avvisa che l’utente ha preso visione del contenuto.
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