Il frutto in questione è la Pitaya, un frutto tipico del centro America, originario del Messico ma trapiantato anche nelle Nazioni Andine, dove è molto apprezzato, coltivato e usato anche per scopi curativi.
La pianta della Pitaya fa parte della famiglia dei Cactus, per questo ama i climi caldi e asciutti, mentre teme il gelo e il freddo prolungato.
Il frutto che sviluppa questa pianta, è un frutto giallo o rosato, a seconda della varietà, ricorda un po’ una pigna compatta ma di consistenza più simile a un fico d’india, esternamente, mentre la sua polpa ha la consistenza di un kiwi, un po’ più croccante, gialla, disseminata di semini.
Il gusto della polpa, è dolce, ricorda un poco il melone, mentre i suoi semi hanno un gusto simile alla nocciola.
Dicevamo delle proprietà della Pitaya: è ricca di flavonoidi, quindi con forti proprietà anti ossidanti, combatte i radicali liberi.
Ha un importante contenuto di vitamina A e C , ponendosi come un valido aiuto preventivo verso le malattie influenzali e da raffreddamento.
Inoltre, il suo alto contenuto di proteine, conferisce alla polpa potere cicatrizzante di piccole ferite e il consumo adeguato porta a un certo e significativo abbassamento dei trigliceridi.
Riassumendo gli effetti benefici di questo frutto sono:
- Ipotriglicerizzante
- Ridona luminosità e benessere alla pelle, combattendo i segni del tempo.
- Fa bene alla vista
- Cicatrizza le ferite
- Ha effetto lassativo naturale grazie ai suoi semini
- Previene l’influenza e aumenta le difese immunitarie
- Rallenta l’invecchiamento cellulare, grazie ai Flavonoidi
Purtroppo, l’importazione dei frutti, non è facile, perchè sono troppo sensibili alla variazione di pressione, per cui arriverebbero da noi inutilizzabili, ma si trovano sotto forma essiccata, che mantiene pressoché intatte le sue proprietà.
La Pitaya si può trovare nelle erboristerie ma anche in vendita sui siti di eCommerce, ad esempio Amazon.it.
I sudamericani da secoli usano la Pitaya per mantenersi in fora, in condizioni climatiche e di vita certamente meno confortevoli delle nostre, perché, dunque, non approfittare anche noi del benessere che ci offre la natura?
Se abbiamo pazienza, possiamo anche coltivarci la nostra pianta di Pitaya, ma dobbiamo mettere in conto che, partendo dai semi, ci vorranno due anni perché fruttifichi. Dopo, ci darà dolci frutti da luglio a dicembre, fruttificando 5-6 volte.
Come tutti i cactus, ha bisogno di un terreno sabbioso, che andrà bagnato poco, quando ci sembra stia diventando un po’ secco, e ha bisogno di un clima mite e luce; per questo motivo, a seconda di dove viviamo, la potremo tenere all’ aperto o saremo costretti a tenerla in casa, in posizione soleggiata.
I frutti andranno raccolti quando avranno la consistenza di un avocado maturo, leggermente cedevoli alla pressione delle dita. Se abbiamo la fortuna di conoscere qualcuno che possiede una pianta di Pitaya, possiamo farci regalare un pezzo di foglia che, piantato, metterà facilmente radici e svilupperà la pianta fruttificante in tempi decisamente più brevi.
In attesa di poter mangiare, con soddisfazione, i frutti della nostra pianta, non ci resta che usare la forma essiccata e gustare un frutto buono e goderne delle sue benefiche proprietà.
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