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I parametri per quantificare il proprio peso

Di solito, siamo abituati a monitorare soltanto il peso corporeo, ovvero i chilogrammi e la loro variazione, per accertarci se siamo dimagriti o ingrassati.

I parametri per tenere sotto controllo lo stato della massa corporea, però, sono altri e sono quelli i fondamentali nella prevenzione di eventuali patologie o comunque di un generale miglioramento del benessere.

L’indicatore che riassume la presenza di grasso in eccesso e di grasso localizzato è l’IMC, ovvero l’indice di massa corporea, che si ottiene dividendo il peso (misurato in chilogrammi) per l’altezza (divisa in metri), moltiplicata per stessa.

Dunque schematizzando, una donna alta 1,60 e che pesa 60 kg avrà un IMC pari a 60: (1,60 X 1,60), che è uguale a 23,4, un valore che rientra nella categoria dei soggetti normopeso.

Un IMC superiore a 25 è indice di sovrappeso, superiore a 30 di obesità e più alto di 40 esprime una grave obesità, tutti parametri più o meno fuori norma che possono portare a diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e affini.

Per effettuare questa misurazione è sufficiente recarsi in una farmacia e pesarsi su una bilancia completa delle funzioni che calcolano i valori impugnando le maniglie che sono provviste di appositi sensori.

Un altro indicatore che bisogna tenere in stretta sorveglianza è la circonferenza del girovita, da misurare con un comune metro nella fascia immediatamente sottostante l’ombelico, infatti un accumulo di grasso proprio nell’area addominale può inficiare sul sistema cardiovascolare.

Per gli uomini una circonferenza superiore a 102 cm è sintomo di un rischio elevato, per le donne invece il valore massimo è 88. Chiaramente rispetto al distacco in eccesso dai suddetti valori si può evidenziare una maggiore urgenza di interventi specifici.

Ma ad incidere negativamente sul metabolismo in generale, è quella che viene definite insulino-resistenza, basta pensare che nei Paesi occidentali, e nello specifico in Italia, circa il 25-30% soffre di questa patologia.

In cosa consiste l’insulino-resistenza? Si tratta dell’incapacità dell’insulina che produciamo di trasportare il glucosio nei vari organi e tessuti, facendolo così ristagnare nel sangue, e aumentando di conseguenza la pressione sanguigna e il colesterolo. Basilari diventano in questi casi: una costante attività fisica, aiutarsi con integratori alimentari, come ad esempio il cromo, un minerale contenuto nel caffè verde, oppure utilizzare le fibre solubili di acacia, o ancora degli estratti vegetali.

Queste sono linee guida, ma per un esame personalizzato dei fattori è indispensabile e più efficace consultare un nutrizionista o un medico del settore.

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