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Come l’attuazione del MiFid II modificherà la consulenza finanziaria

Obiettivi, oscillazioni, rischi, continui capovolgimenti, parti poco chiare per i clienti. Chi si è affacciato da poco al mondo della finanza per investire i propri risparmi si è trovato di fronte ad una situazione poco chiara, non certo trasparente anche in materia di costi e non così personalizzato a seconda delle esigenze, degli obiettivi e delle caratteristiche dello stesso.

In tal senso, è prevista nel 2018 l’attuazione del MiFid II, una serie di norme che regolamenteranno prodotti e servizi finanziari ascoltando finalmente le necessità dei clienti, i veri protagonisti – con i loro fondi – del mercato internazionale. La trasparenza e il controllo del rispetto delle procedure saranno deputate ad un organo con funzioni di vigilanza.

Fino al 31 dicembre, queste azioni saranno gestite dalla Consob, ma con l’attuazione del nuovo profilo legislativo sarà l’OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) a controllare tutti i professionisti che operano sul territorio italiano. Sarà quindi una versione più elaborata di un controllo interno, ma i consumatori possono stare tranquilli per una serie di novità che legittimeranno la possibilità di rivolgersi a professionisti del settore.

Se infatti fino a pochi mesi fa sussisteva il timore di non conoscere appieno ogni aspetto dell’investimento finanziario, con l’avvento del MiFid II la consulenza finanziaria indipendente si slega dalla nube di incertezze legate al rischio e si trasforma in un servizio a misura del risparmiatore, in grado di monitorare costantemente i mercati e di proporre le soluzioni migliori a costi decisamente ridotti rispetto alle “classiche” fee.

Dal punto di vista storico, è importante inquadrare l’innovazione sottesa alla riforma anche alla luce delle differenti tendenze sottolineate dai vari protagonisti coinvolti nella discussione. Molto dibattuto è stato infatti il criterio dell’autonomia del consulente, il cui inquadramento si discosta dal consulente indipendente anche in virtù dell’offerta fuori sede. Questo passo in avanti destrutturerà l’attuale macchina finanziaria, chiamando finalmente i consulenti ad operare anche fuori sede. Una delle conseguenze principali riguarderà il proliferare di iscritti all’albo dei consulenti finanziari, che saranno assorbite nelle tre sezioni previste all’interno dell’OCF: pur non modificando l’attuale strutturazione e l’organizzazione dell’Organismo di controllo, il ruolo di consulente riguarderà anche una parte del personale delle banche, che sarà parzialmente riqualificato, passando alla consulenza pura.

All’indomani delle note vicende di cronaca finanziaria che hanno riguardato migliaia di risparmiatori, il presente e il futuro sembrano essere maggiormente rosei. Il MiFid II impone a tutti i protagonisti sul mercato un maggiore senso di responsabilità. L’imminenza del cambiamento impone a tutti i protagonisti del mondo finanziario di affrontare la “riforma” con responsabilità e competenza, per fronteggiare al meglio l’evoluzione del mercato verso il digitale e i bisogni sempre più latenti degli utenti.

A prescindere dall’investimento e dalla propensione al rischio, ogni cliente può essere decisivo per consentire al sistema italiano di recuperare il terreno perduto rispetto al resto d’Europa: la strada, pur essendo tortuosa, può essere percorsa solo attraverso trasparenza, riduzione dei costi e personalizzazione dei prodotti. In un solo acronimo, MiFid II.

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